Il Caposaldo Austro-Ungarico del Nagià Grom 1914-1918
Foto di Gianluca Buzzi (webmasteralpino)
La Valle di Gresta, è un' antica via di transito secondaria per raggiungere il lago di Garda o tramite Arco la valle del Sarca. In tutta la valle, lungo i suoi pianori, sulle colline e promontori si possono trovare numerosi reperti storico-militari della Grande Guerra:
Il Caposaldo del Nagià Grom (787 m) domina Mori, la valle di Loppio e la strada che sale a San Felice e Ronzo ed è per questo motivo che venne scelta dall’esercito Austro-ungarico nella primavera 1915 da prima come caposaldo avanzato ma ancora isolato.
Solamente nella seconda metà dello stesso anno e con la guerra italo-austriaca già in atto si decise di costruire una linea difensiva avanzate tra Nago e Isera.
La collina diverrà in seguito il caposaldo n. 1 della “Etschtalsperre” e si evolverà poi integrando la prima linea di difesa austriaca.
Qui gli austro-ungarici predisposero una serie di postazioni di artiglieria e osservatori. Il paese di Mori, con la Valle del Cameras racchiusa tra la Valle di Gresta e l’Altopiano di Brentonico, nel corso della prima guerra mondiale fu teatro di un sistematico e pressoché totale scenario di distruzione.
Ponti furono minati, boschi tagliati per utilizzarne il legname, case ridotte in rovina, campagne devastate.
Le strade furono rese inservibili dalle detonazioni di granata sparate da entrambi i contendenti e dallo scavo dei trinceramenti.
È questo uno dei più vivi e sentiti ricordi raccontati tante volte dai nostri nonni e genitori.
Il caposaldo del monte Nagià Grom subì ampliamenti e modifiche per tutta la durata della guerra.
Venne realizzato come parte integrante del sistema fortificato campale a difesa del territorio compreso tra Riva del Garda e la Vallagarina: permetteva infatti di sorvegliare gli accessi alla Val di Gresta dalla Valle di Loppio e dalla Vallagarina.
Assieme al vicino monte Faé rappresentava il perno della linea difensiva del “sottosettore 4a” (monte Biaena); con le postazioni “Costa” e “San Rocco” formava un “gruppo di combattimento” (Kampfgruppe) autonomo, dotato di 4 mitragliatrici, due cannoni da 9 cm M.75/96 e due cannoni da montagna da 7,5 cm M.15.
Erano presenti lanciamine (Minenwerfer) ed un riflettore da 60 cm.
Nell’estate del 1915 il caposaldo era presidiato da un plotone di fanteria (cinquanta soldati al comando di un cadetto aspirante ufficiale) e da un distaccamento d’artiglieria.
Nel 1916 la guarnigione raggiunse la forza di tre plotoni al comando di un capitano, rafforzati con una parte del battaglione Standschützen “Kitzbühel” (l’altra parte era sul monte Faé).
Il caposaldo era in grado di difendersi da tentativi di aggiramento e costituiva un complesso piuttosto articolato, organizzato in modo da garantire al presidio militare la massima autonomia possibile.
Sulla sommità venne scavata una trincea perimetrale che garantiva una difesa a 360°, suddivisa in postazioni di combattimento numerate in cifre romane da I a XIV.
Dalla trincea sommitale, dalle postazioni d’artiglieria in caverna o all’aperto e dagli osservatori, partivano i camminamenti che assicuravano un collegamento protetto con i servizi situati nel cuore della fortificazione. Attraverso questi passaggi si compiva il rito quotidiano del cambio delle truppe di presidio alle trincee come pure il servizio di rifornimento dal deposito delle munizioni.
In posizione defilata dal tiro delle artiglierie nemiche erano collocati i centri vitali del caposaldo:baraccamenti per l’alloggio degli ufficiali, delle truppe e degli operai militarizzati, magazzini di materiali, un cisterna da campo ed una cucina dotata di un ampio magazzino viveri.
Queste trincee sono visitabili grazie al lavoro di ripristino, fatto dal Il Gruppo ANA (Associazione Nazionale Alpini) "Remo Rizzardi" di Mori.
Il Gruppo Alpini Mori infatti nell’ultimo decennio si è fatto carico di restituire alla memoria le fortificazioni e le trincee realizzate dagli austriaci sul Monte Nagià Grom, rilievo stretto tra i paesi di Valle San Felice e Nomesino. Il nome reale del monte non è ben certo, ritrovando sulle mappe sia la denominazione Nagià che Grom, ed in alcuni casi anche Macio. Gli alpini moriani hanno però fin dal principio chiamato il rilievo Nagià Grom poiché Grom potrebbe individuare la sommità vera e propria mentre Nagià sembra stia ad indicare il versante del monte ad ovest, verso Valle San Felice.
EX Capogruppo Avanzini Spartaco (Marzo 2013)
In questo lungo inverno ho preso in mano i quaderni riportanti le firme e le impressioni lasciate da quanti nell’ultimo anno e mezzo sono passati sul Monte Nagià/Grom in visita alle trincee.
Leggere le semplici considerazioni e decidere di trascriverle per riunirle in un modesto fascicolo in modo che anche altri possano prenderne visione è stato un tutt’uno.
PER VEDERE TUTTI I COMMENTI SCRITTI SUL QUADERNO CUSTODITO ALL'INTERNO DELLA BARACCA, INIZIATO NEL MESE DI OTTOBRE 2010-2011-2012 FINO AD OGGI, E RISERVATO QUASI ESCLUSIVAMENTE ALLE SCOLARESCHE IN VISITA DI STUDIO, BISOGNA PREMERE SU.........

L'Avamposto - film di Leonardo di Costanzo
L'Avamposto - fa parte di un film ad episodi (”I Ponti di Sarajevo”) firmato da grandi maestri del cinema europeo, con la direzione artistica di Jean-Michel Frodon. Produzione: Mir Cinematografica, Rai Cinema
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Un opuscolo è uno stampato composto da 28 pagine e destinato alla propaganda di attività commerciali, eventi ed altro, raccogliendo in uno spazio limitato immagini e testi particolarmente significativi del Nagià Grom
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Val di Gresta
La Val di Gresta, Gardumo in dialetto trentino) è situata nella parte meridionale del Trentino, è delimitata a est dal monte Biaena e dalle sue pendici, a ovest dal monte Creino e dalle sue pendici e a nord termina col passo Bordala (quota 1.250 m s.l.m.).
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